Energia per l’anima

Nella psicologia energetica si sono risolti timori, preoccupazioni, o il desiderio per le sigarette, toccando alcuni agopunti. Ma come può essere? E questo aiuta veramente?

Scacciare i pensieri negativi, alleviare l’ansia, modificare i modelli infantili inconsci – e questo con il solo “picchiettamento” di alcuni agopunti? Se si ascolta per la prima volta di queste tecniche di psicologia energetica tramite la stimolazione di punti sul corpo, che vengono utilizzate in casi di stress psicologico e di dolore, si può essere increduli sulla loro efficacia. Tuttavia, la “Psicoterapia Energetica” è ampiamente riconosciuta e utilizzata negli Stati Uniti e sempre di più anche in questo paese (Germania) da psicoterapeuti e medici.

Toccare i punti di agopuntura sulla testa, sul torace e la mano diventa uno strumento utile per il mal di testa e il mal di schiena. Scioglie, però, anche la paura del palcoscenico e può alleviare profondi timori verso i propri superiori, fobie verso ragni o ascensori. Tale elenco, naturalmente, ha alimentato il sospetto che potrebbe essere una bufala. Prima di raccomandare la psicologia energetica, quindi, è necessario un parere neutrale.

Pertanto, abbiamo chiesto ad uno scienziato che non utilizza la psicoterapia energetica, bensì un metodo “concorrente”. Il professore di psicologia Dirk Revenstorf dell’Università di Tubinga è un membro del consiglio della Società Milton Erickson di Ipnoterapia. Le tecniche di “picchiettamento” le conosce solamente da alcuni corsi. Eppure mostra convinzione: “Anche se ci sono ancora pochi studi sulle tecniche – non può essere negato, che sembrano funzionare incredibilmente bene.” Per Revenstorf la psicologia energetica ha pure un altro vantaggio: è possibile imparare i metodi di auto-trattamento molto facilmente – dopo una breve introduzione da parte di un terapeuta competente si può “picchiettare via” sia la brama di una sigaretta come la paura di colloquio.

Più Energia

Certo, un aiuto immediato per ogni situazione suona bene. Molte persone, però, vogliono comunque sapere come funziona una cosa prima di applicarla. In fondo, prima di deglutire una tavoletta si getta prima un’occhiata al foglietto illustrativo.

Allora: così come l’agopuntura anche la psicologia energetica si basa sull’idea che il corpo è attraversato da diversi canali di energia che, i cosiddetti meridiani. Questo sistema energetico è il punto di partenza del trattamento per la medicina tradizionale cinese e la kinesiologia. Poichè se nel sistema energetico c’è congestione o un corto circuito, si creano dolori, paure, malattie che possono essere riequilibrate con gli aghi o il picchiettamento. Con quest’antica conoscenza dall’Asia lavorarano anche le due tecniche più comuni di psicologia energetica in Europa, l’ “Emotional Freedom Techniques” (EFT) di Gary Craig e la “Terapia del campo Pensiero” (TFT) del Dr. Roger Callahan.

Come la meglio conosciuta agopuntura anche le tecniche di digitopressione psicologica sono stati inizialmente utilizzati per il trattamento del dolore cronico, in quanto ci si può ora ben immaginare che il dolore fisico può essere alleviato da una stimolazione fisica del sistema energetico.

Ma come possono essere influenzati disagi mentali come l’ansia e emozioni come la paura da un meccanico picchiettamento? Nell’ EFT, si considera che ogni pensiero di paura provoca un disturbo nel sistema energetico. Se si immagina, per esempio, un cane mentre abbaia e che successivamente morde, si crea un corto circuito nel sistema di energetico. E solo dopo che i canali di energia sono “crollati”, nasce la paura. Attraverso il picchiettamento questo disturbo energetico viene eliminato – ed anche l’emozione della paura viene neutralizzata. Se vogliamo potremmo dire che si diventa elettricisti del proprio sistema energetico: L’uomo picchietta i suoi canali, il buon vecchio circuito continua a lavorare di nuovo. E la paura scompare.

Picchiettare, premere, “impastare” nella pratica

Quindi tutto questo non è affatto difficile. Chi picchietta può influenzare le proprie emozioni con mezzi semplici, si possono “rimettere in riga” con uno strumento pratico. Con questo approccio si può lavorare in modo molto concreto. Questo è molto più facile che influenzare la paura, l’avidità e la tristezza attraverso la pura forza di volontà. “Sappiamo tutti quanto sia difficile liberarsi di un’abitudine indesiderata o di un’emozione irrazionale semplicemente cambiando il nostro modo di pensare”, dice Susanne Marx, coach e trainer EFT a Bonn. “In realtà sappiamo quello che stiamo facendo di sbagliato, quello che vogliamo cambiare. Ma questo, da solo, non ci permette di riuscirci.”

Per Marx, la psicologia energetica è la chiave per cambiare le abitudini indesiderate e, inoltre, uno strumento gestibile e pratico per lo sviluppo personale. A volte nel suo studio ha sperimentato anche piccoli miracoli: “Il cambiamento più veloce che io abbia mai visto era di una cliente con un’estrema aracnofobia“, dice Susanne Marx. La donna era disgustata così tanto che non riusciva nemmeno a pronunciare la parola “ragno”. In una sola sessione di EFT, la Marx ha picchiettato i soliti punti, mentre la cliente stava pensando a grossi ragni pelosi, che aveva già visto in un libro fotografico. Dopo la sessione, la cliente sfogliò ancora le pagine con le fotografie – senza sentire paura. Quest’assenza di paura è stata duratura, anche quando, qualche tempo dopo durante una passeggiata, ha incontrato  un ragno vero e proprio.

“Naturalmente, i risultati non sono sempre così evidentì come per questa cliente” racconta la terapeuta ulteriormente. Tuttavia, in generale, la Marx ha stabilito nel suo lavoro, che EFT è eccellente, soprattutto con le paure di ogni genere, che sia paura dell’altezza, paura di volare, o in generale, una profonda paura di affrontare gli altri. Questa speciale efficacia nei disturbi d’ansia la conferma con certezza anche il professore di psicologia Dirk Revenstorf, e aggiunge: “Particolarmente ben documentata nella psicologia energetica è l’efficacia nel breve periodo. Se il picchiettamento avrà effetti anche duraturi sarà ancora da vedere.”

Energia per tutto?

Dal punto di vista pratico, il picchiettamento dei specifici punti del sistema energetico è molto sensato quando ci si trova in una situazione difficile, nella quale si sviluppano pensieri pieni di paura o ansia. Quando l’oratore scioglie la sua agitazione prima del discorso. Oppure, se prima di un incontro con un antagonista, ci si picchietta i punti energetici prima di scendere dalla macchina.

Se si desidera ottenere effetti a lungo termine, si dovrebbe smettere con la digitopressione  fai-da-te e andare almeno qualche ora in un setting terapeutico. La terapeuta di EFT Susanne Marx è sicura che si può sciogliere con ripetute sedute terapeutiche delle vecchie associazioni tra pensieri stressanti e le relative emozioni di paura e sovrascriverle completamente all’interno della mente. I timori vengono poi neutralizzati in modo permanente o addirittura sostituiti da sentimenti positivi.

Tra l’altro, ci sono anche altre relazioni in cui viene sostenuto che la terapia energetica non dovrebbe essere applicata da soli. Nessuno dovrebbe trattare senza un terapeuta le situazioni traumatiche o curare gravi disturbi emotivi e psicologici, avverte Susanne Marx. E nemmeno una persona depressa o molto ansiosa dovrebbe applicare le tecniche energetiche senza un accompagnamento terapeutico, aspettandosi miglioramento o addirittura guarigione.

Questo è esattamente il punto che i critici della psicologia energetica mettono in dubbio: EFT e TFT vengono visti dagli utilizzatori come un mezzo miracoloso, che potrebbe illudere le persone psicologicamente stressate, di sciogliere in pochissimo tempo tutte le sue difficoltà. Quindi non sopravvalutiamo le tecniche energetiche. Non sono una panacea. In casi di emergenza contro le paure, il dolore o brama però, si possiamo davvero usare.

Leggi anche la seconda parte.

di Anne Otto; Rivista: VITAL 4/2008 – Rubrica: Felicità e psiche – liberamente tradotto e sottolineato

vedi articolo originale: http://www.eft-dach.org/images/stories/artikel/susanne%20marx%20vital%20f%FCr%20dachseite.pdf

AUTO-TEST dell’autrice e breve linea guida per i primi tentativi

AUTO-TEST

Picchiettare contro l’insonnia

A volte il bambino si sveglia di notte. E anche l’autrice Anne Otto poi rimane sveglia e ha difficoltà a riaddormentarsi. Si può rimediare con il picchiettamento?

“Di notte, alle quattro, il mondo è buio e così meravigliosamente calmo, che i pensieri hanno via libera. Il mio problema è questo: per mezz’ora riesco anche a godermi la situazione, ma in questo tempo penso così tanto ai temi relativi alla giornata, che non riesco più a dedicarmi al sonno. Si può mettere fine a questo “aspettare svegli fino alle sei” con un costante picchiettamento?” chiedo alla terapeuta Susanne Marx. In realtà non mi meraviglia quando mi dice che, la sera, dovrei sedermi e rivedermi mentalmente la giornata.

Questo suggerimento lo sentono di continuo “gli insonni”, da Amburgo a Seattle. Di solito, però, non porta a nulla. Ma stavolta è diverso: mentre si ripensa alla giornata viene picchiettato.

E questo fino a quando si è arrivati​ mentalmente alla fine della giornata. Bene. Alle undici, poco prima di andare dormire, mi siedo su una sedia, picchietto e lasciare che il giorno “ripassi” di nuovo.

La prima rivelazione è sbalorditiva: il picchiettamento è divertente. Dà al corpo stanco una piacevole sensazione di rilassatezza. Seconda sorpresa: riesco a ripassare tutta la giornata in 5 minuti. La chiave è nel picchiettamento: nel ritmo della sequenza del tapping rivedo gli eventi della giornata in intervalli di 20 secondi – senza perdermi in continuazione. Finora in tali esercizi mi bloccavo da qualche parte e arrivavo al massimo a mezzogiorno.

Dopo aver picchiettato vado a dormire. Nelle prime due notti dormo senza interruzioni. Non è raro, però, dopo tutto le mie veglie sono piuttosto irregolari. Ma in generale dormo più tranquilla. E il tapping la sera prima di coricarsi è un rituale che è divertente.

Non è così faticoso come fare flessioni, non richiede un’intensa concentrazione come 10 minuti di training autogeno.

E poi, una notte, mi sono ritrovata sveglia. Ho cominciato a picchiettare invece che pensare. Picchietto e picchietto. Entro 20 minuti mi sono riaddormentata. La mia conclusione dopo un mese: è un buon metodo per l’insonnia. E io vado avanti. ”

Picchiettare aiuta

Chi vuole provare il tapping dei punti energetici può, con le istruzioni semplificate qui descritte fare i primi tentativi. Importante: ci possono sempre essere delle eccezioni, casi individuali e speciali tecniche aggiuntive che si dovrebbero sapere se la “sequenza di base” non aiuta nel lungo periodo.

Formula il “problema”.

La difficoltà deve essere descritta in modo preciso, obiettivo e chiaro, in una frase. Inizia con un problema che ti preme in questo momento. Ad esempio: “Io voglio smettere di fumare, ma non ce la faccio.” oppure “ogni volta che devo parlare in un gruppo, cado nel panico.” Disagi fisici possono essere formulati in questo modo: “Io ho un mal di testa costante.”

Quanto grande è il problema? Fissa in una scala da 1 a 10 quanto senti grande il problema, quanto ti pesa questo problema. (Hai bisogno di questo passo, in modo da avere, successivamente, un valore di comparazione, per verificare il miglioramento).

Picchiettare il punto karate. Picchiettare leggermente con le 4 dita di una mano sulla parte esterna dell’altra mano (quale mano scegliete sta a voi, quella che sentite meglio) e dite per tre volte: “Io mi amo e mi accetto, così come sono, anche se ho questo problema XY.” Se lo trovate un po’ artificiale, potete anche dire: “Anche se ho questo problema XY, io sono ok.” Se siete scettici verso questa tecnica, potete dire ad esempio, mentre picchiettate: “Anche se non credo, che EFT mi potrà aiutare, mi amo e mi accetto così come sono.”

Picchiettare i punti dei meridiani. I cinque punti sul viso vengono picchiettati con due dita, senza premere troppo (da cinque a otto volte), e così anche il punto sotto alle clavicole. Il punto direttamente sotto alle ascelle viene picchiettato dolcemente con quattro dita.

Infine picchiettate i quattro punti della mano. Molto dolcemente e leggermente, con due dita.

Picchiettate in tutto tre giri. Dopodichè valutate quanto vi pesa il problema ora (di nuovo in una scala da 1 a 10). È possibile, che lo stress abbia già raggiunto il punto zero. Oppure che ci sia un rimanente disagio. Se è questo il caso: ricominciate dal punto karate. In questo caso la frase con la quale si picchietta questo punto sarà: “Anche se ho ancora una rimanenza del problema XY…”

Leggi anche la prima parte qui.

di Anne Otto; Rivista: VITAL 4/2008 – Rubrica: Felicità e psiche – liberamente tradotto e sottolineato

vedi articolo originale: http://www.eft-dach.org/images/stories/artikel/susanne%20marx%20vital%20f%FCr%20dachseite.pdf