Voglia di mare e ricordi emersi

Voglia di mare.

Il caldo torrido è arrivato e da qualche anno si presenta per me, puntualmente, un pensiero:

“Con questo caldo sarebbe davvero bello vivere al mare, tuffarsi nell’acqua anche solo per la pausa pranzo o passeggiare la mattina presto in riva al mare, o godere un tramonto sulla spiaggia”.

Inevitabilmente mi rammento di quando ho abitato a Genova (una delle città in cui ho vissuto), ma quest’ultimo ricordo velocemente (forse troppo) svanisce… oggi però qualcosa è cambiato, io mi sento diversa.

Sarà per il ‘percorso’ che sto facendo, “Il Genio Femminile”?

Le emozioni che mi sta regalando sono davvero intense, preziose chiavi di lettura e tanta, tanta forza anche per merito delle mie Sorelle d’Anima.

Sarà perché oggi ho letto “casualmente” il significato della carta Arcano XIII (La Morte)?

Una delle frasi lette diceva: “in quel buio che ricorda il nero alchemico, la distruzione e la dissociazione, si cela il cantiere della vita” e mi ha come ridestata: quel buio e le mie energie bloccate.

Per quanto mi riguarda, non è stato tanto importante comprendere il perché qualcosa è cambiato dentro di me nella percezione di una riflessione e/o di un’emozione bensì lasciarmi guidare da queste… accogliere, riconoscere, accettare. E adesso le mie “energie bloccate” mi stanno conducendo verso qualcosa che voglio vedere e sentire.

La sera stessa, mi metto al computer e Google Maps attira la mia attenzione: “Così, posso vedere la mia prima casa a Genova (anche in versione satellitare)!!!”

Inizio un tour virtuale: la casa, la via, le strade vicine,il parco dove andavo a giocare, la passeggiata sul mare e la commozione è già tanta.

Poi in successione spontanea, cerco una foto dello stabilimento balneare dove eravamo soliti andare. “Eccolo”, ingrandisco l’immagine e una in particolare mi colpisce… in realtà mi stende proprio! Iniziano così le lacrime a scendere, ma in maniera ‘educata’, ed io penso:

“Una piccola parte di me è rimasta anche in questo luogo”.

Immagini limpide vengono “a galla” appunto: le nuotate in mare aperto, la compagnia di amici, i panini con la focaccia che preparava mia madre al mattino presto, e addirittura anche i piccoli infortuni sugli scogli di quel luogo, almeno per me, incantato.

Sento un forte dolore nella zona del fegato e solo ora inizio a picchiettarmi le punte delle mani (prima non mi era venuto neanche in mente di fare EFT), dopo qualche istante crollo: singhiozzi e lacrime… proprio come un’adolescente!

Non riesco neanche a parlare, ad iniziare una frase per fare un giro di EFT, continuo a ripetere “ANCHE SE … ANCHE SE….” ed ogni volta dopo il “se” esplodo in un lamento, soffocato e rabbioso. Ecco, appunto, la rabbia!

Arriva un ricordo: in casa a Genova, nella mia camera, piango perché i miei genitori mi hanno appena detto che ci trasferiremo in un’altra città ed io rimango senza parole: mi era stato detto che ci saremmo fermati lì ed invece i programmi son cambiati.

Sento il dolore, la perdita di ciò che in quei due anni avevo faticosamente (per l’ennesima volta) costruito. Ma adesso il sentimento che percepisco maggiormente è la rabbia perché non riesco a manifestare il mio disappunto.

Mi lascio guidare dal fiume di lacrime che scendono, accetto questo intenso dolore che mi sta lacerando e continuo a picchiettarmi …

Emergono questi pensieri …

SONO UNA BRAVA BAMBINA NON CREO ‘PROBLEMI’…

NON VOGLIO FARE CAPRICCI INUTILI…

CAMBIARE CITTÀ FA PARTE DELLA NOSTRA VITA FAMILIARE PER POTER STARE INSIEME…ED E’ GIUSTO COSÌ.

SOFFRO MA QUESTO NON PUÒ CAMBIARE LA SITUAZIONE…

Lavorare su queste frasi mi permette di “rasserenare” la mia mente, motivando razionalmente il mio comportamento di silenzio, ma creo magicamente un ponte, perché al termine di queste sequenze arriva la seguente frase..

ANCHE SE SO CHE MANIFESTANDO IL MIO DISAPPUNTO, LA MIA RABBIA NON POSSO CAMBIARE LA DECISIONE DEI MIEI GENITORI, MI AMO E MI ACCETTO COMPLETAMENTE ….

Ecco: sì la sento abbastanza vera ma qualcosa si smuove dentro ed una frase mi esce spontanea:

“CERTO NON POSSO CAMBIARE LA SITUAZIONE MA HO IL DIRITTO DI ESPRIMERE COMUNQUE IL MIO STATO D’ANIMO”

Continuo a picchiettare su questa frase modificandola in:

MI APRO ALLA POSSIBILITÀ DI ESPRIMERE IL MIO STATO D’ANIMO…

MI PERMETTO DI FARLO PERCHÉ MI AMO E MI ACCETTO COMPLETAMENTE COSÌ COME SONO E ME LO MERITO!

ADESSO SCELGO DI MANIFESTARE LA MIA EMOZIONE …

Immagino di uscire dalla mia stanza e andare verso i miei genitori e dire loro queste parole (ovviamente non è la donna quarantenne che parla, ma la bambina di 14 anni):

“Io voglio rimanere a Genova! ad Albaro mi trovo bene, ho cari amici e voglio iniziare il Liceo con loro.Voglio continuare a giocare nella mia squadra di pallavolo, voglio proseguire il corso di nuoto sincronizzato a Sturla (non esiste scuola migliore), mi piace questa casa, il nostro giardino, mi piace essere svegliata dai pappagalli la mattina, mi piace poter far due passi e vedere il mare, mi piace la vita che sto vivendo qui”.

E ancora… “sono stanca di dover ricominciare ogni volta, di dover adattarmi alle abitudini e agli usi di altre realtà che non sono le mie, sono stufa di essere la “forestiera”, ho bisogno di sentirmi a casa e qui mi sento a casa.”

Ovvia! Ce l’ho fatta. Un paio di profondi respiri e un senso di pace… finalmente.

Ora posso andare anche oltre: riesco ad immaginare i miei genitori che dopo avermi ascoltata in silenzio si avvicinano, mi abbracciano e mi dicono:

“Hai ragione Laura. Comprendiamo la tua sofferenza e ci dispiace molto. Possiamo decidere di fermarci qui e papà potrebbe fare il pendolare ma noi crediamo che una famiglia debba stare insieme. Sappiamo di chiedere a te e a tua sorella dei sacrifici ma il fine è quello di stare tutti insieme perché ci vogliamo bene e desideriamo esserci uno per l’altro, in ogni momento”.

Questa è pura immaginazione, lo so, ma sento che mi serve a riequilibrare il mio stato d’animo e in qualche modo anche il mio rapporto con i genitori: si è così che avrei voluto che andasse.

Questa esperienza mi ha aperto nuove letture, possibilità di comprendere anche miei comportamenti immediatamente successivi alla partenza da Genova che hanno condizionato la mia vita.

Qualcuno un giorno mi ha detto che le emozioni legate al cambiare città sono paragonabili a quelle di un lutto… sicuramente il trasferimento a Firenze è stato, fra i sette traslochi, quello più traumatico. Nei mesi successivi ho deciso di non praticare più alcuno sport con la “scusa” che il liceo fosse impegnativo, ho in realtà scelto di abbandonare ciò in cui mi sentivo realizzata e sapevo di poter dare il meglio. Ho avuto inoltre grosse difficoltà ad instaurare rapporti di amicizia, soprattutto in ambiente scolastico… e questo è stata per me un’insolita novità!

Sto lavorando ancor oggi su queste riflessioni emerse con EFT, non tanto per comprenderle bensì per accettarle, accoglierle come parte del mio vissuto e perdonare me stessa.. perché me lo merito!

Buona vita.

Laura Bersellini